L’Auditorium di Renzo Piano
Provvisorio ed effimero, l’Auditorium in legno progettato a L’Aquila da Renzo Piano ha ricevuto la certificazione ARCA per le costruzioni sostenibili realizzate in legno.
"La più bella avventura, per un architetto, è quella di costruire una sala per concerti. Forse è ancora più bello per un liutaio costruire un violino; ma si tratta (con tutte le differenze di dimensione e di impiego) di attività molto simili. In fondo si tratta sempre di costruire strumenti per fare musica o per ascoltare musica.” Queste le parole di Renzo Piano che nella sua lunghissima carriera si è trovato spesso a progettare edifici abitati dalla musica: dall’Istituto per la Ricerca Acustico Musicale di Parigi con Pierre Boulez e Luciano Berio, al Prometeo con Luigi Nono, alla sala di Berlino alla Potsdamer Platz, alla sala del Lingotto di Torino, alla Sala Niccolò Paganini a Parma, all’Auditorium di Roma.
I luoghi dedicati alla cultura e alla musica svolgono un ruolo molto importante in una città: impreziosiscono il tessuto urbano e salvano il centro urbano e soprattutto i cittadini dal degrado. In questo caso la città in oggetto è L’Aquila per la quale il nuovo auditorium rappresenta il simbolo di un nuovo inizio dopo il grave terremoto.
Ubicato vicino al Castello, nella porzione di parco compresa tra il Castello stesso e la Piazza cosiddetta della Fontana Luminosa, la nuova struttura è vicina a quella preesistente in modo da non interrompere l’abitudine del pubblico alla frequentazione di quel luogo. Il nuovo Auditorium è concepito come edificio provvisorio, effimero ma al tempo stesso capace di rispondere in modo eccellente ai requisiti acustici e funzionali necessari per uno spazio musicale. È pensato come un vero e proprio strumento musicale, un grande stradivari appoggiato nel parco accanto al Castello in attesa che quest’ultimo venga restaurato.
L’Auditorium è formato da tre volumi di legno a forma di cubo che, in modo un po’ casuale, rotolando sul terreno, si sono fermati in una posizione che li vede tra loro accostati.
Il volume centrale, quello più grande che corrisponde alla sala dell’Auditorium, si è fermato in una posizione leggermente obliqua che allude quasi ad una sua instabilità. In realtà la sua inclinazione ha una precisa ragione poichè uno dei due lati inferiori, corrisponde all’inclinazione dei gradoni della platea interna.
Gli altri due cubi, collegati con il primo attraverso passerelle in ferro, vetro e legno, contengono rispettivamente le attività di servizi al pubblico (foyer, toilette) e i locali degli impianti tecnologici, e le attività di servizio agli artisti (i camerini).
I cubi lignei, nella loro astrattezza, dissimulano la presenza di un edificio vero e proprio. Sono cioè ‘non forme’ o, piuttosto, forme pure, che si confrontano il più silenziosamente possibile con la massa compatta e tesa del Forte cinquecentesco.
L’Auditorium, che costituisce il cuore del progetto ed è contenuto nel cubo centrale, il più grande dei tre, caratterizzato dall’essere inclinato di 30°: all’interno del cubo, la gradonata che ospita il pubblico viene ubicata sulla faccia inclinata permettendo così di avere una curva della visibilità ottimale.
I lati obliqui del cubo, all’esterno, misurano ml.18,93 e ml.17,94, rispettivamente le pareti nord e sud, mentre il lato orizzontale misura ml. 18,85
È stato dimensionato in modo da poter ospitare 238 spettatori e circa 40 orchestrali: la gradonata più ampia, posta di fronte al palco, contiene 190 spettatori, mentre quella più ridotta pota dietro al palco ne contiene 48; se necessario questi posti potranno esser usati dai coristi.
La pianta dell’Auditorium si articola in una zona centrale piana e due zone contrapposte inclinate con andamento a gradoni.
La zona centrale piana è occupata dal podio dell’orchestra, rialzato di 40 cm rispetto alla pavimentazione dell’area centrale.
Ai lati della zona centrale si attestano gli accessi alla sala dell’Auditorium: da un lato l’accesso del pubblico proveniente dal foyer ubicato nel cubo 2 e, dall’altro lato, l’accesso degli orchestrali provenienti dai camerini ubicati bel cubo 3.
L’accesso ai veri livelli delle gradonate avviene attraverso sei scalinate, tre per ognuna centrale e due sui lati a contatto con le pareti della sala.
Sul lato posteriore alla gradonata più ampia è prevista un’uscita di sicurezza servita all’esterno da una scala metallica attraverso cui si raggiunge la quota della piazza esterna.
Txt: Paola Molteni
Ph: courtesy Renzo Piano Building Workshop
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